LABORATORIO DI PACE

 


Riportiamo di seguito il nostro intervento al convegno "Il poliedro della pace". 

Buongiorno a tutti, ringraziamo gli organizzatori di questo importante convegno, che ci sta dando la possibilità di riflettere sull’urgenza di promuovere la pace anche attraverso la conoscenza e la risposta attiva di ciascuno di noi. 

Il video che abbiamo appena visto ha presentato la mission della nostra Comunità che insieme a tutte le Comunità Laudato Sì, sparse per il territorio nazionale, vuole dare seguito al suggerimento del Papa che invita ad ascoltare il grido della terra e del poveri, senza mai separare questi due aspetti della stessa realtà, ossia il Creato. 


È per questo che il Papa insiste sull’idea di ecologia integrale, al paragrafo 92 della Laudato Sì dice: “Pace, giustizia e salvaguardia del creato sono tre questioni del tutto connesse, che non si potranno separare in modo da essere trattate singolarmente”. 

Noi cerchiamo di vivere tutto questo, promuovendo, in uno stile di comunità, azioni di cura verso l’ambiente e di cura verso le persone e mettiamo al centro la cura della relazione con Dio, che riempie di senso ciascuna delle nostre tante attività. 


Lavorando in rete con le varie associazioni, abbiamo avuto il piacere di conoscere la cooperativa Medtraining che si occupa dell’accoglienza e dell’inclusione di persone che vivono confinate nelle periferie esistenziali.  Ogni anno la nostra comunità propone nel periodo di Pasqua una via crucis, da vivere qui insieme alla città; crediamo infatti che è Gesù che continua a soffrire nelle tante vittime che spesso rimangono invisibili e anonime. Per preparare i testi da meditare abbiamo incrociato i volti e gli occhi di tante donne e uomini che sulla loro pelle portano i segni dell’ingiustizia e dell’indifferenza. Sono state per noi esperienze folgoranti perché abbiamo toccato con mano un concetto apparentemente astratto: quello della fraternità.


Cosa è successo concretamente? Abbiamo incontrato settimanalmente donne vittime della tratta e ragazzi africani approdati in Europa sui barconi; abbiamo passato solo poche ore insieme, superando in qualche modo la barriera linguistica, non facendoci fermare neanche dalle differenze culturali… insomma è stato un incontro tra cuori, tra persone, tra fratelli! È così che ci siamo resi conto che la pace è alla nostra portata, che potevamo costruirla in quel momento e anche tutte le volte che decidiamo di essere autentici e di accogliere l’altro così come vorremmo essere accolti noi stessi. 


Ci hanno chiesto di fare un laboratorio con voi e siamo contenti di proporne uno alternativo! Saremo noi stessi la materia da modellare e le parole e le storie che stiamo per ascoltare saranno le mani che ci plasmeranno.  Abbiamo chiesto l’aiuto di Emiliano Moccia, un giornalista del nostro territorio che lavora per Medtraining e che ha imparato, come scrive lui stesso, da Padre Arcangelo Maira “ad andare incontro ai migranti tra ghetti, luoghi polverosi ed odori nauseabondi, anziché aspettarli sull’uscio di una chiesa o nelle comode e calde stanze dei nostri uffici e delle nostre case”.

Siamo pronti per iniziare? Di cosa abbiamo bisogno per questo laboratorio? Di poche cose: orecchie tese per ascoltare, ma ancora di più un cuore aperto per cogliere, in questi racconti, le vibrazioni della fraternità. 


Commenti

EVENTI PASSATI