Chiesa e ambiente: importante convegno sul Gargano





Lo scorso 6 aprile in Foresta Umbra si è tenuto un importante incontro fortemente voluto dal nostro vescovo, Padre Franco Moscone e organizzato dall’Ufficio di Pastorale Sociale della diocesi in collaborazione con la comunità Laudato Sì del Gargano nord e con la comunità Laudato Sì San Giovanni Rotondo. Il titolo dell’evento è significativo: “La chiesa in ascolto delle realtà ambientali”, perché l’intento è stato quello di provare a raccogliere in unico luogo tutti coloro che a vario titolo hanno a cuore il tema dell’ambiente e operano in esso.


 “L’etica della natura: la Laudato si’ può diventare un progetto politico?”. Questo è stato il filo conduttore di tutto l’incontro. 

A guidarci nella riflessione è stato il professore Ciro Amato, psicologo, docente, formatore, membro del gruppo "Ecology" del Dicastero per lo Sviluppo Integrale della Santa Sede. Gli stimoli del professor Amato sono stati molteplici, ci teniamo a condividere con voi quelli che più ci hanno colpito. Innanzitutto il professore ci ha tenuto a definire l’enciclica Laudato sì un testo “feroce”, che esige scelte decise perché quello che in gioco è la posizione dell’uomo: occorre mettere insieme l’ecologia dell’uomo e l’ecologia della natura. La Laudato Sì si propone come nuovo paradigma con dei punti fermi precisi: il primo è che “la terra ci precede e ci è stata data”, come leggiamo nel paragrafo 67, ha le sue regole, le sue leggi e la sua dignità al di là dell’uso che ne possiamo fare; il secondo concetto importante è che l’uomo è chiamato a custodire, non in un ottica di domino, come erroneamente è  stato tradotto dall’ebraico, quanto invece recuperando la vera radice della parola che è “rendere un servizio a qualcuno diverso da me”.  Ancora, esiste una relazione intrinseca tra l’uomo e la natura e l’approccio con essa non deve essere soltanto razionale ma ha bisogno di essere modulato dall’etica. 


Alla luce di queste riflessioni, i numerosi partecipanti provenienti da diverse realtà sparse su tutto il territorio, si sono confrontati attorno a quattro diversi tavoli di lavoro, ciascuno su una tematica specifica: acqua, biodiversità, bellezza e bene comune. È stata un’importante occasione per mettere a punto un metodo di lavoro basato sul dialogo e sul confronto su tematiche che sotto aspetti diversi interessano tutti. Come ha ribadito padre Franco al termine dell’incontro, è evidente la necessità di lavorare in questo modo sinergico,  superando la tentazione di lasciarci separare dalle poche cose che ci dividono, ma focalizzandoci sulla realtà ben  più importante che ci accomuna. 


Parlando abbiamo scoperto che ciò che ci muove e ci spinge ad agire, a uscire fuori di noi e a interessarci del nostro territorio è la sua bellezza, di cui dobbiamo sempre più diventare consapevoli, coinvolgendo le nuove generazioni a partire dalla scuola.  Infatti non si può pensare nessun cambiamento solo partendo dalla semplice conoscenza di ciò che è giusto o sbagliato, ma servono esperienze che possano suscitare stupore e meraviglia.  

Per noi un incontro di bellezza che ha nutrito la nostra voglia di continuare ad impegnarci è stato incrociare lo sguardo di Raffaele, un anziano signore che per tutta la vita si è occupato di gestire le aree boschive attorno a Monte Sant’Angelo. La sua determinazione con cui continua a impegnarsi per la tutela del territorio, la prevenzione degli incendi e la sensibilizzazione verso i più giovani è stata per noi un grande esempio.


Un momento dell'incontro con un ragazzo della
nostra comunità. 




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